Insieme alle minori opportunità di carriera, le differenze nelle retribuzioni tra uomini e donne costituiscono un altro aspetto della segregazione verticale. Secondo le più recenti pubblicazioni di ricerca , i redditi da lavoro percepiti dalle donne sono sistematicamente inferiori a quelli maschili e ciò non dipende dall’età, dalla posizione della professione o dal settore, in quanto il divario è notevole anche tenendo sotto controllo queste variabili.
Il divario è maggiore nel terziario privato rispetto all’industria e al terziario pubblico. Le differenze crescono al crescere dello status della professione, ma sono molto alte per le operaie del terziario privato.
Alcune ricerche mettono in luce che le lavoratrici italiane guadagnano dal 20 al 25% in meno dei lavoratori dell’altro sesso, mentre nel resto d’Europa il divario retributivo è intorno al 23%. Questo forte divario retributivo in buona parte dipende dal fatto che più delle donne gli uomini occupano posizioni elevate nella scala gerarchica delle organizzazioni, sono maggiormente presenti nei comparti dove le retribuzioni sono più alte e sono più presenti nelle aziende medio-grandi dove i salari sono più tutelati dall’azione sindacale; oltre che dal fatto che le donne fanno più assenze e meno straordinari, dati gli obblighi familiari.
Tra i fattori che concorrono a determinare i divari retributivi in Italia e in Europa ci sono l’età, il titolo di studio e il tipo di occupazione.