Viene chiamata asilo nido, oggi chiamato nido d’infanzia, la struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra 3 mesi e i 3 anni e che precede l’ingresso alla scuola dell’infanzia (o scuola materna).
Nati come luogo di custodia per i figli delle lavoratrici, è solo con l’approvazione della Legge n. 1044 del 6/12/1971 che gli asili nido diventano comunali, istituiti con il concorso dello Stato. Gli anni successivi videro un’ulteriore evoluzione in positivo del servizio in lenta espansione sul territorio e con una maggiore connotazione educativa oltre che assistenziale.
I 3800 nidi che la legge 1044 aveva previsto entro il 1975 non sono mai stati aperti. In Italia sono infatti poco più di 2000 e coprono meno del 6% del numero di bambini da 0 a 3 anni. Soltanto il 15% dei comuni del Centro-Nord ha attivato questo servizio e anche nei casi migliori le liste d’attesa sono lunghe, le tariffe molto alte, gli orari insufficienti, ragioni per le quali sono in discussione alcune proposte di legge per una riforma.
Il nido offre una serie di esperienze in spazi strutturati, dove i bambini sono aiutati dagli educatori a esprimere le proprie potenzialità, a comunicare con i coetanei e gli adulti, a esplorare l’ambiente.
Sono aperti da settembre a luglio, esclusi i sabati e i festivi, con interruzioni per le vacanze di Natale e Pasqua. La frequenza di luglio è subordinata ad una specifica richiesta da parte dei genitori L’orario di apertura degli asili nido a tempo lungo è dalle 7,30 alle 17,30, quello degli asili a tempo corto dalle 7,30 alle 14,30. A richiesta prolungamento fino alle 15,30 – 16,30 – 17,30 – 18,00. (ma gli orari possono variare a seconda dell’asilo nido).
In ogni asilo nido i bambini sono suddivisi in gruppi omogenei per età, i piccoli (da 3 a 11 mesi), i medi (da 12 a 19 mesi), i grandi (da 20 mesi in poi). Alcuni nidi non hanno bambini del gruppo piccoli.
Come si entra al nido
Possono presentare domanda di ammissione (in un periodo di circa 20 giorni compreso tra la fine di aprile e l’inizio di maggio nelle sedi stabilite dall’Amministrazione comunale) tutti i bambini dei quali almeno un genitore sia residente nel comune scelto. Alle domande è assegnato un punteggio che tiene conto in primo luogo di situazioni di particolare disagio familiare, sociale o sanitario, della condizione lavorativa dei genitori, del reddito, del carico familiare.
Sulla base del punteggio viene formulata una graduatoria cittadina. Ogni utente può chiedere fino a 5 asili nido in ordine di preferenza, indipendentemente dal quartiere di residenza. I posti disponibili vengono assegnati tenendo conto, oltre che della posizione in graduatoria, anche dell’ordine di preferenza dei nidi indicati dai genitori.
Quanto costa
La retta mensile va da un minimo ad un massimo e viene stabilita dall’ufficio Asilo nido del comune di residenza sulla base del reddito familiare e patrimoniale.
Micronidi famigliari
Si tratta di spazi all’interno di un appartamento con determinate caratteristiche (almeno due stanze) in cui una mamma con figlio (di età compresa fra gli 0 e i tre anni) si presta a prendersi cura di altri tre bambini per un massimo di 5 ore al giorno.
Baby-parking
Questi centri si propongono come sostituti più moderni ed economici della baby-sitter: i genitori possono lasciarvi i figli fino a 4 ore consecutive (anche di sera). Non c’è l’obbligo della mensa, ma le norme sono le stesse che regolano i nidi.