Immigrazione illegale
Si tratta dell’immigrazione che non rispetta le norme che regolano l’ingresso e il soggiorno di stranieri in uno Stato. Negli ultimi 20 anni la maggior parte dei Paesi cosiddetti a sviluppo avanzato ha adottato politiche restrittive rispetto all’ingresso di migranti, aumentando la richiesta di requisiti necessari e intensificando i controlli alle frontiere. Di fronte a tali limitazioni, un numero crescente di persone utilizza i canali illegali per entrare in un Paese di cui non è cittadino, perché non è nella condizione o non ha la possibilità di soddisfare i requisiti richiesti per l’ingresso.
Il fenomeno dell’immigrazione illegale è rilevante, dal momento che riguarda milioni di persone e, proprio per il suo carattere d’illegalità e clandestinità, comporta molti rischi per l’incolumità e la salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone coinvolte. Esse sono uomini e donne in cerca di lavoro (queste ultime spesso costrette alla prostituzione), bambini, famiglie che cercano di sottrarsi alla povertà e molte persone che fuggono da guerre o persecuzioni.
Secondo stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) sono dai 15 ai 30 milioni i migranti irregolari nel mondo, di cui circa 3 milioni negli Stati membri dell’Unione europea (circa 350 mila in Italia, secondo stime Caritas). L’OIM stima che ogni anno quasi 500.000 persone tentino di superare illegalmente le frontiere dell’Unione europea, mentre circa 700.000 donne e bambini siano coinvolti nel traffico di esseri umani a livello mondiale. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), negli ultimi anni in Europa si sono rivolti al traffico illegale dal 15% al 30% dei migranti e dal 20% al 40% dei richiedenti asilo. Anche coloro che avrebbero il diritto, riconosciuto a livello internazionale, di trasferirsi in un altro Paese in quanto perseguitati in patria, dunque, in molti casi si rivolgono ai canali illegali del traffico di migranti pur essendo nelle condizioni di ottenere lo status di rifugiato (secondo l’Alto commissariato ONU per i rifugiati-ACNUR, oltre un terzo dei profughi costretti a ricorrere al traffico illegale vengono poi riconosciuti come rifugiati nell’UE).
L’immigrazione illegale, per le condizioni in cui viene praticata, è spesso causa di tragedie che mettono a rischio la vita degli aspiranti immigrati: secondo la rete antirazzista europea United for intercultural action, oltre 3000 persone, tra rifugiati e immigrati, sono morte all’interno e ai confini dell’Unione europea dal 1993 ad oggi (oltre 600 nel tentativo di raggiungere il territorio italiano). Le organizzazioni criminali internazionali che organizzano il traffico illegale di persone (per un giro d’affari globale stimato dall’ACNUR in 5-7 miliardi di euro ogni anno), per eludere i crescenti controlli alle frontiere ricercano infatti vie d’ingresso sempre più pericolose.
Le numerose regolarizzazioni e sanatorie messe in atto negli ultimi 10 anni da tutti i Paesi di immigrazione a favore di stranieri residenti illegalmente sul loro territorio, dimostrano l’inefficacia delle politiche di chiusura delle frontiere per contrastare l’immigrazione illegale, tanto che l’attuale commissario europeo per la Giustizia e gli Affari interni, António Vitorino, ammette: “è giunta l’ora di politiche più realistiche di ammissione e integrazione, anche alla luce delle necessità del mercato del lavoro europeo e degli andamenti demografici”.
Secondo la normativa italiana, sono considerati clandestini gli stranieri che sono entrati in Italia senza regolare visto di ingresso e irregolari gli stranieri che hanno perduto i requisiti necessari per la permanenza sul territorio nazionale (permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato), di cui erano però in possesso all’ingresso in Italia. Tali immigrati devono essere respinti alla frontiera o espulsi. Coloro che non possono essere espulsi immediatamente perché occorre prestare loro soccorso, occorre compiere accertamenti sulla loro identità o nazionalità, occorre preparare i documenti per il viaggio, oppure non è disponibile un mezzo di trasporto idoneo, devono essere trattenuti, previo provvedimento del questore convalidato dal magistrato, presso appositi centri di permanenza temporanea per il tempo strettamente necessario per la loro identificazione ed espulsione.
La nuova legge sull’immigrazione, inoltre, prevede pene severe per chi favorisce l’immigrazione illegale (art. 11) e introduce l’arresto da sei mesi a un anno per gli stranieri espulsi che rientrano nel territorio italiano (vedi scheda espulsione).
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