Onere della prova

Chi intraprende un’azione legale, per dimostrare di essere stata/stato vittima di una discriminazione, deve portare le prove della sua accusa. Nel campo della parità di trattamento tra donne e uomini, invece, una direttiva basata sulla giurisprudenza della Corte di Giustizia europea sposta l’onere della prova dell’accusa alla difesa. In pratica, è la persona accusata di azioni discriminanti a dover dimostrare di non aver trasgredito al principio, in conformità con quanto stabilisce la Direttiva 97/80/CEE adottata dal Consiglio europeo il 15 dicembre 1997.

L’onere della prova è parte di una serie di meccanismi, che garantiscono l’efficacia dei diritti introdotti in materia di lotta contro le discriminazioni e riguardano, fra gli altri:

il miglioramento della difesa dei diritti con un rafforzamento dell’accesso alla giustizia o a procedure di conciliazione (sia individuale che dando la possibilità alle organizzazioni di esercitare questo diritto per conto di una vittima);
la protezione delle vittime dalla discriminazione contro le rappresaglie e in particolare contro i licenziamenti;
la diffusione di informazioni adeguate sulle disposizioni della direttiva 97/80 agli organismi di formazione professionale e d’insegnamento e sul luogo di lavoro.

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