Dalle numerose ricerche svolte negli ultimi anni sulla salute degli immigrati emerge, in generale, come gli stranieri giungono in Italia in buone condizioni di salute ed è poi il nuovo contesto socio-ambientale a causare la maggior parte delle patologie.
Studi condotti dall’Istituto San Gallicano di Roma, dati elaborati dal ministero della Salute, rilevazioni ISTAT e alcune ricerche dell’Istituto superiore di sanità (ISS) hanno messo in evidenza che:
• in generale, lo stato di salute rappresenta per gli stranieri immigrati in Italia il problema minore (3,9%), se confrontato a quelli del lavoro (28,3%) e della casa (26%);
• le patologie più diffuse tra gli stranieri sono quelle infettive (22%, soprattutto TBC, AIDS ed epatite B), dermatologiche (18%), dell’apparato respiratorio (17%) e digerente (16%), mentre sono in aumento i disturbi psicologici e psichiatrici (8%), soprattutto ai danni delle donne e dei minori;
• tra le donne straniere le malattie più diffuse riguardano la gravidanza ed il parto, le mutilazioni genitali, oltre alle infezioni, ai traumi e alle malattie sessualmente trasmesse;
• i tassi di abortività tra le donne straniere (28,7% nel 1998) sono circa tre volte superiori a quelli delle donne italiane. Questo, oltre che segno di precaria cultura contraccettiva è spesso sintomo di disagio sociale. L’aborto indotto (volontario) rappresenta il 56% di tutti i ricoveri in day hospital per le donne straniere non residenti e oltre il 27% per quelle residenti, percentuale che tra le italiane non raggiunge il 4%;
• le donne straniere si rivolgano ai servizi sanitari molto meno delle donne italiane, anche nel periodo della gravidanza;
• tra gli uomini stranieri spiccano in modo rilevante le malattie dell’apparato respiratorio e derivanti da traumi, dovute alle condizioni di vita e soprattutto di lavoro nelle quali sono costretti.
Anche la condizione abitativa influisce seriamente sulla salute, fisica e mentale, in special modo se non soddisfa quelli che vengono definiti i requisiti minimi di adeguatezza (servizi igienici, umidità, luminosità, densità abitativa). Sovraffollamento e promiscuità, condizioni piuttosto frequenti tra gli stranieri soprattutto nei grandi centri urbani, possono infatti influire in modo significativo sullo stato di salute degli stranieri immigrati.
Dal momento che l’immigrazione in Italia è un fenomeno relativamente recente, le patologie maggiormente analizzate sono quelle acute, di natura infettiva e non, mentre scarse informazioni si hanno sulle patologie cronico-degenerative.
Quando non si curano a casa, luogo preferito dalla maggior parte, gli stranieri immigrati si rivolgono a ospedali pubblici con strutture create appositamente per loro (sei a Roma, tre a Catania e uno a Bologna). Gli irregolari e gli immigrati illegali, che possono accedere alle strutture sanitarie solo nei casi urgenti, si rivolgono prevalentemente a strutture private, come la Caritas a Roma e il Naga a Milano.
Nel 40% dei casi le difficoltà di accesso alle strutture del Servizio sanitario nazionale (SSN), per ignoranza o paura, costituiscono una causa delle patologie registrate.
Diritto alla salute
Secondo la nuova legge sull’immigrazione hanno l’obbligo di iscrizione al SSN gli stranieri:
• regolarmente soggiornanti che abbiano in corso regolari attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o siano iscritti nelle liste di collocamento;
• regolarmente soggiornanti o che abbiano chiesto il rinnovo del titolo di soggiorno, per
lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo politico, per asilo umanitario, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza.
Con l’iscrizione si acquisiscono parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri riconosciuti ai cittadini italiani in campo sanitario (l’assistenza sanitaria è garantita anche ai familiari a carico). L’iscrizione si effettua presso la ASL di residenza o dimora e termina con lo scadere del permesso di soggiorno.
Gli stranieri che, invece, non hanno l’obbligo dell’iscrizione al SSN devono assicurarsi contro il rischio di malattie e infortunio e per la tutela della maternità, con una polizza assicurativa valida in Italia o con l’iscrizione volontaria al SSN (iscrizione possibile anche per gli stranieri titolari di un permesso per motivi di studio e per gli stranieri collocati alla pari).
Cittadini stranieri irregolari e illegali
A tutti gli stranieri, anche non in regola con il permesso di soggiorno, sono comunque assicurate le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, anche continuative, per malattia e infortunio e gli interventi di medicina preventiva.
In particolare, sono garantiti:
• la tutela della gravidanza e della maternità, come alle cittadine italiane;
• la tutela della salute del minore;
• le vaccinazioni e gli interventi di profilassi internazionale;
• la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive.
Queste prestazioni sono assicurate senza costi a carico dei cittadini stranieri, se indigenti, ad eccezione di quelle per cui è previsto il pagamento del ticket.
Nel caso di cittadini irregolari o illegali, l’accesso alle strutture sanitarie non può comportare segnalazioni alla polizia. Solo nei casi in cui ci siano elementi che fanno ipotizzare un reato i medici sono tenuti a trasmettere una relazione scritta (referto), come per i cittadini italiani.
Ingresso e soggiorno per cure mediche
Per potersi curare in Italia allo straniero è concesso un visto di ingresso e un permesso di soggiorno per sé e per il suo eventuale accompagnatore.
Il permesso di soggiorno ha una durata pari a quella della terapia ed è rinnovabile finché sono necessarie le cure.