Per quanto riguarda la scuola sono le mense per i figli e la questione dei libri di testo ad interessare in modo particolare le famiglie.
Le mense scolastiche
Il servizio di mensa nella scuola sia pubblica che privata è generalmente regolato da un contratto di appalto in cui l’ente appaltante enuncia e regola le specifiche di appalto: tipologia di servizio (in genere legame fresco-caldo, cioè cottura espressa di derrate alimentari fresche), menù e grammature per fasce di età.
I capitolati di appalto più evoluti trattano specificatamente anche particolari esigenze dietetiche per allergie ed intolleranze: poiché il capitolato ha forza di specifica contrattuale il bambino in tal caso ha diritto alla dieta senza glutine. Nemmeno i capitolati più dettagliati descrivono per esplicito se l’onere di reperire i prodotti dietetici senza glutine sia dell’azienda di ristorazione o dell’utente, è implicito però che l’azienda stessa debba fornire il prodotto completo (comprese le materie prime) se vi è obbligo di rispondere ad esigenze dietetiche particolari.
Nelle scuole pubbliche i capitolati di appalto sono documenti pubblici, ottenibili dall’amministrazione per la legge sulla trasparenza (legge 7 agosto 1990, n. 241 modificata e integrata dalla legge 15 maggio 1997, n. 127: “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi “).
In tutti gli asili pubblici le famiglie più bisognose possono usufruire dell’esenzione totale del ticket refezione. La documentazione richiesta per l’esenzione riguarda l’autocertificazione, il reddito del richiedente (da mod. 101, oppure mod. 740, oppure certificato di disoccupazione, oppure altro documento utile all’accertamento) ed eventuali altri documenti provanti lo stato di bisogno.
I documenti vanno presentati all’Ufficio assistenza del Comune e accompagnati da domanda in carta semplice indirizzata al Sindaco.
L’esenzione può essere richiesta all’inizio dell’anno scolastico.
Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, a seconda che lo studente frequenti una sezione sperimentale a tempo prolungato o a tempo pieno, il comune di riferimento offre il servizio mensa cui le famiglie partecipano con il pagamento della retta misurata sulle fasce di reddito stabilite dal comune stesso.
Per la dichiarazione dell’Indicatore situazione economica equivalente (ISEE) è necessario rivolgersi ai Centri di accertamento fiscale (CAF) con la documentazione fiscale, prenotando telefonicamente un appuntamento (indice tariffe Comune di Torino).
Le famiglie che non presenteranno l’ISEE saranno attribuite alla fascia di reddito più alte.
Per approfondimenti e maggiori informazioni:
Alcune esperienze locali sulla gestione delle mense scolastiche
Sulla sicurezza alimentare
L’inchiesta di Altroconsumo sulle carenze delle mense scolastiche
Formazione e scuola Comune di Torino
Libri scolastici
La legge 23 dicembre 1998, n. 448 prevede, all’articolo 27, un finanziamento di 200 miliardi di lire per la fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo a favore degli alunni della scuola dell’obbligo nonché, anche in comodato, per gli studenti della scuola secondaria superiore.
Altrettanto ha disposto la legge 488 del 23 dicembre 1999 e, per la concreta erogazione dei contributi, è stato emanato il DPCM 5 agosto 1999, n. 320, che, tra l’altro, stabilisce che la ripartizione tra le Regioni è effettuata sulla base della percentuale di famiglie con reddito netto fino a 30 milioni di vecchie lire rilevata dall’ISTAT.
Il successivo DPCM 4 luglio 2000, n. 226, modificandolo ed integrandolo, prevede, poi, che il riparto dei fondi sia aggiornato in ragione degli ultimi dati disponibili forniti dall’ISTAT ed in proporzione alle risorse annuali all’uopo appostate in bilancio.
Con DPCM 18 maggio 2001 – applicativo del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109 e successive integrazioni e modifiche, concernente i criteri unificati di valutazione della situazione economica dei soggetti richiedenti prestazioni sociali agevolate – sono stati, poi, approvati i modelli-tipo della dichiarazione sostitutiva unica e dell’attestazione, con relative istruzioni, ed in esso si fa, tra l’altro, espresso riferimento, tra quelle richiedibili, a “libri di testo e borse di studio”.
Ciò premesso, poiché la recente legge 28 dicembre 2001, n. 448, contempla, alla tabella D, un apposito finanziamento di 103.291.000 euro (pari a 200 miliardi di lire) per la fornitura gratuita dei libri di testo, anche per l’esercizio finanziario 2002 è necessario ripartire tra le Regioni la somma prevista.
Con il Decreto direttoriale del 30 Agosto 2002 è stata disposta la ripartizione, per il corrente anno, dei finanziamenti diretti a favorire la fornitura gratuita e semigratuita dei libri di testo agli studenti meno abbienti, rispettivamente, delle scuole dell’obbligo e secondarie superiori.
Secondo l’associazione indipendente di consumatori “Altroconsumo”, che ha verificato la spesa per i libri di 199 classi (medie e prime superiori) di Milano e Roma, il 34% delle classi supererebbe la soglia massima di spesa indicata dal ministero dell’Istruzione.
In prima media un alunno costa alla sua famiglia da 222 a 305 euro, in tre classi su dieci si supera la soglia di 280 euro stabilita dal Ministero.
La normativa attualmente in vigore stabilisce delle deroghe: gli importi fissati possono essere aumentati di un ulteriore 10% a seconda di particolari esigenze ravvisate negli istituti e la maggior spesa di un anno scolastico può essere recuperata negli anni successivi del ciclo di studi. Ma è proprio sull’uso di queste deroghe che bisogna vigilare. Anche perché la spesa per i libri scolastici (più di 500 euro per un ciclo di scuole medie) pesa non poco sul bilancio delle famiglie italiane.